Le MPMI (micro imprese) e le PMI (piccole e medie imprese) sono la spina dorsale dell’economia e della società italiana. Appartengono a questa categoria il 99 % delle imprese del bel paese. Rappresentano l’80 % dell’occupazione e il 67% del valore aggiunto.
È difficile individuare le motivazioni di questa struttura economica. Probabilmente vanno ricercate nella storia e nelle tradizioni del nostro paese, nel modo di essere più intimo e profondo del cittadino italiano che vuole affermare sempre la propria individualità spesso a scapito di una visione comune.
Sta di fatto, qualunque siano le motivazioni, che la fotografia della struttura economica del nostro paese è netta e di conseguenza sono netti i rischi di questa impostazione in un mondo sempre più complesso e competitivo. Il rischio di default delle PMI è stato classificato di oltre dieci volte superiore a quello delle aziende tedesche di analoghe dimensioni e di oltre cinque volte quello delle francesi.
Per garantire al nostro paese un futuro di crescita e di creazione di valore così come è stato il lungo periodo economico dal dopoguerra ad oggi, è necessario che le imprese reagiscano a questa forte situazione di rischio e cambino paradigma: è necessario uno scatto in avanti da parte delle PMI in tema di organizzazione e controllo affinché la loro struttura economico-finanziaria diventi più solida.
Per fare questo è necessario che il tema dell’organizzazione e controllo proprio delle grandi aziende strutturate, possa essere accessibile anche alle microimprese e alle PMI di minori dimensioni affinché si possano strutturare per affrontare le sfide competitive odierne.
Inoltre, c’è oggi un problema di compliance normativa: con l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D. lgs. 83/2022), anche le piccole e medie imprese (PMI) devono dotarsi di strumenti adeguati per monitorare la propria salute finanziaria.